Passiamo al chiuso il 90% del nostro tempo, fra scuole, luoghi di lavoro e casa. Una constatazione che spinge a prendere decisioni immediate, come incrementare la qualità dell’aria dentro le nostre case, per far sì che pur passandoci tanto (troppo) tempo almeno non mettiamo a rischio salute e benessere.
Come fare?
Sono tanti gli accorgimenti, i comportamenti e le azioni che possiamo far diventare di routine per controllare la qualità dell’aria dentro casa. Si potrebbero riassumere tutti gli interventi proponendo un comune denominatore: “far entrare la natura dentro casa”, ma cosa significa, concretamente?
Innanzitutto ventilare: far entrare il più spesso possibile aria da fuori, per disperdere CO2, umidità, VOC (composti organici volatili) e altri componenti dannosi presenti nell’aria stantia.
Poi, per fare un altro esempio, portare dentro casa le piante. Come dichiarato dallo studio firmato NASA Clean Air, risalente al 1989, le piante oltre a rilasciare ossigeno e anidride carbonica, possono ripulire l’aria dalle sostanze tossiche, come la formaldeide.
Un altro modo per aprire la porta alla natura? Scegliere solo materiali di origine naturale: legno, cotone, argilla, pietra solo per citarne alcuni.
Ultima considerazione, la natura può entrare in casa anche attraverso le finestre.
Avere a disposizione grandi vetrate sulle pareti o finestre sul tetto per una vista diretta sul cielo sarà un modo per facilitare i momenti di ventilazione naturale abbinando anche uno strumento per avere panorami continui verso l’ambiente. E se le ‘classiche’ finestre hanno la vista obbligata sulla strada e sulla città, le finestre sul tetto sono rivolte verso il blu del cielo: nessun filtro fra noi e la natura.
Cosa fare ora?
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